Micro racconti

Definizione di Microracconto ed esempi

Romanzo vs Racconto

Il romanzo si distingue dal racconto non solo per la sua lunghezza, ma anche per la maggiore complessità, cioè, tempi più lunghi, vicende ed ambienti più elaborati, maggior numero di personaggi; mentre il racconto ha solitamente estensione minore e un minor numero di vicende e di personaggi. Tuttavia possono anche esistere romanzi brevi, così come esistono racconti lunghi. Di solito il racconto è relativamente corto, di qualche pagina. Le sue dimensioni sono a completa discrezione dell’autore. Non esistono regole precise circa la lunghezza di un racconto, in linea di massima possiamo raggrupparli così:

  • 1-2 pagine, definito racconto brevissimo;
  • di una decina di pagine, si parla di racconto breve;
  • oltre la trentina si inizia a parlare di racconto lungo, o romanzo breve;
  • Oltre cinquanta pagine, parliamo decisamente di un romanzo.

E un microracconto?

Un microracconto è ancora più breve, forse qualche centinaio di parole, ma che può racchiudere in quelle poche parole periodi di tempo quasi infiniti. La funzione del microracconto, insomma, è quella di condensare gli eventi il più possibile, narrando solo il necessario, solo quel che la storia stessa richiede, condensandola.

Scrivere un racconto può essere facile per tutti, ma un microracconto è un po’ più complicato, perché bisogna trovare le parole giuste e ordinarle in modo tale che dicano molto di più di quello che è scritto su carta. Questo tipo di storie brevi dovranno, in qualche modo, risvegliare idee, domande o generare delle emozioni nel lettore per raggiungere il loro obiettivo. Lo scrittore semina un’idea che fiorisce nella mente e nel cuore del lettore.

Ecco qualche esempio di microracconti, forse il più famoso al mondo è “Il Dinosauro”, brevissimo racconto di solo 8 parole, scritto da Augusto Monterroso, Guatemalteco, vissuto in esilio tanti anni in Messico:  “Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì”.

In qualche modo, lo scrittore invita il lettore a partecipare attivamente al racconto. Egli dovrà utilizzare la sua immaginazione per continuare una storia apparentemente inconclusa. Chi si svegliò? Il dinosauro? Oppure qualcuno che si nascondeva da lui. Forse dormiva perché era stanco di scappare. O al contrario, chissà che non fosse il rettile preistorico innamorato che vegliava sul sonno della sua amata dinosauro adagiata nel suo letto… L’avverbio ‘ancora’ ci indica la continuità dell’evento…

Un altro esempio di storie brevissime è di Alejandro Jodorowsky, “Qualità e quantità”: “Si innamorò non di lei, ma della sua ombra. Andava a trovarla all’alba, quando la sua amata era più lunga”.

Un’altra micro-storia dall’origine incerta che viene spesso attribuita a Ernest Hemingway, “la storia più breve del mondo” dice semplicemente: “In vendita: scarpe bimbo, mai usate”.

Quelle poche parole ci fanno pensare ad una tragedia: cos’è successo? Come e quando è venuto a mancare quel bambino? Chi erano i suoi genitori? Percepiamo la tristezza del padre che ha pubblicato l’annuncio, perché era un bambino atteso, e lui lo sapeva perché gli aveva già comprato delle scarpe…

Scrivere un microracconto di massimo 100 parole

Per partecipare al concorso microracconti (100 parole), devi esprimere un’idea e raccontarla senza dare una descrizione dettagliata. In questo modo stimolerai la fantasia del lettore. Comunque, prima ti consigliamo di scrivere una versione un po’ più lunga, con una descrizione completa del concetto che vorresti comunicare, un testo che descriva nel dettaglio la situazione anche se all’inizio il numero di parole supera il limite ammesso per il concorso. Una volta che hai la prima versione della storia, comincia a raffinare l’idea eliminando parole che saranno sostituite con frasi più brevi ma che esprimano lo stesso concetto. Il tutto dovrà essere raccontato in massimo 100 parole.

Ecco alcuni esempi di microracconti per preparare il tuo

“Il sogno” di Jorge Luis Borges (92 parole)

Quando gli orologi della mezzanotte elargiranno un tempo generoso, andrò più lontano dei rematori di Ulisse nella regione del sogno, inaccessibile alla memoria umana. Da quella regione sommersa recupero residui che ancora non comprendo; erbe di botanica elementare, animali un po’ diversi,
dialoghi coi morti, volti che in realtà sono maschere, parole di lingue molto antiche e talora un orrore non comparabile a quello che può darci il giorno. Sarò tutti o nessuno. Sarò l’altro che ignoro d’essere, colui che ha contemplato quell’altro sogno, la mia veglia. La giudica, rassegnato e sorridente.

“L’unico sbaglio” di Fredric Brown (36 parole)
Stan Standish si costituì alla Polizia. “Ho ucciso un uomo” confessò. “Pensavo fosse perfetto il mio delitto, ma ho commesso un errore”. Gli chiesero, naturalmente, quale fosse stato il suo errore. “Ho ucciso un uomo”, rispose.

“Lo scarafaggio sognatore” di Augusto Monterroso

C’era una volta uno Scarafaggio chiamato Gregorio Samsa che sognava di essere uno Scarafaggio chiamato Franz Kafka che sognava di essere uno scrittore che scriveva di un impiegato chiamato Gregorio Samsa che sognava di essere uno Scarafaggio.

“Amore Eterno” di Emilio Mendoza (91 parole)
Come ogni venerdì dell’anno dopo il lavoro, scendo dal treno e le compro un mazzo di fiori. Mi piace lusingarla, farla sentire importante come lei fa con me. Non importa che si stia facendo buio, perché basta la luce delle candele per vedere il suo volto e far scaturire in me l’amore di bambino che circola nelle vene di ogni uomo maturo. Chiacchieriamo finché il custode del cimitero mi avverte che è ora di chiudere. Mi alzo e mentre spolvero le mie ginocchia, la saluto dicendo: alla prossima settimana dolce mammina!